Guida all’apertura della partita IVA per un’associazione sportiva dilettantistica

Nel panorama fiscale italiano, le associazioni sportive dilettantistiche stanno per vivere un cambiamento significativo che trasformerà la loro gestione amministrativa. Se sei il presidente o un membro del direttivo di una scuola di danza, un centro sportivo o qualsiasi altra realtà associativa legata allo sport, è importante comprendere cosa comporterà questo cambiamento e come prepararsi in modo adeguato.

Partita IVA ASD: scenario attuale e cambiamenti in arrivo. Cosa cambia in concreto?

Oggi, la maggior parte delle associazioni sportive dilettantistiche opera utilizzando esclusivamente il codice fiscale. Le quote che ricevi dai tuoi soci per i corsi sportivi, le lezioni di danza o l’utilizzo degli spazi associativi sono considerate attività “istituzionali”, escluse dal campo di applicazione dell’IVA. Per questo motivo, probabilmente rilasci semplici ricevute non fiscali, senza necessità di una partita IVA.

Questo scenario, però, sta per cambiare radicalmente.

Dal 1° gennaio 2026, in seguito all’adeguamento alla legislazione europea, anche le realtà no-profit come la tua dovranno dotarsi di partita IVA per le loro attività economiche.

Ma cosa significa questo in concreto?

Immagina di gestire una scuola di danza: oggi, quando un socio ti paga la quota mensile per partecipare ai corsi, emetti una semplice ricevuta associativa. Dal 2026, quella stessa quota sarà considerata un’operazione rilevante ai fini IVA (anche se esente), e dovrai documentarla con strumenti fiscali adeguati.

Non si tratterà solo di un cambiamento formale, ma di una vera e propria rivoluzione nel modo di concepire e gestire le finanze della tua associazione sportiva dilettantistica.

Sarà necessario distinguere con maggiore chiarezza tra:

  • Le attività puramente istituzionali (come le quote associative di base, le donazioni o i contributi pubblici), che rimarranno fuori dal campo IVA
  • Le attività verso corrispettivo specifico (come i corsi sportivi o l’utilizzo degli impianti), che saranno generalmente esenti da IVA
  • Le attività commerciali vere e proprie (come sponsorizzazioni o vendita di materiale sportivo), che saranno soggette all’IVA ordinaria.

Associazione sportiva dilettantistica: partita IVA e perché bisogna aprirla

A questo punto potresti chiederti: perché l’Europa ci impone questa complicazione?

La risposta è articolata e riflette una visione più ampia del mondo associativo e delle sue interazioni con il mercato.

L’Unione Europea considera le prestazioni di servizi verso corrispettivo come operazioni economiche che, in linea di principio, rientrano nel campo di applicazione dell’IVA, indipendentemente dallo status giuridico di chi le effettua. Questo approccio mira a garantire parità di trattamento tra tutti gli operatori economici e a prevenire potenziali distorsioni della concorrenza.

In passato, infatti, alcuni operatori commerciali hanno lamentato una concorrenza sleale da parte di associazioni che, beneficiando del regime di esclusione dall’IVA, potevano offrire servizi simili a prezzi più competitivi. Il nuovo sistema punta a creare un campo di gioco più equilibrato, pur conservando agevolazioni specifiche per le realtà no-profit attraverso il meccanismo dell’esenzione.

Ma non vedere questo cambiamento solo come un nuovo obbligo burocratico. L’apertura della partita IVA per la tua associazione sportiva dilettantistica può rappresentare anche un’opportunità per:

  • Professionalizzare la gestione amministrativa e contabile dell’associazione
  • Accedere a regimi fiscali agevolati specifici per il mondo sportivo, come il regime forfetario della Legge 398/1991
  • Partecipare a bandi e progetti che richiedono la fatturazione elettronica
  • Gestire con maggiore trasparenza il confine tra attività istituzionali e commerciali

È importante sottolineare che l’apertura della partita IVA non modifica la tua natura di ente no-profit. La tua associazione sportiva dilettantistica continuerà a beneficiare delle agevolazioni fiscali specifiche per le ASD, semplicemente dovrà gestirle in un quadro normativo diverso.

Associazione sportiva dilettantistica: partita IVA e quando aprirla

Sebbene l’obbligo generalizzato scatti dal 2026, ci sono situazioni in cui potresti dover aprire la partita IVA anche prima di quella data. Se la tua associazione sportiva dilettantistica, oltre all’attività sportiva per i soci, svolge anche:

  • Una significativa attività di sponsorizzazione e pubblicità
  • Vendita regolare di abbigliamento o attrezzature sportive
  • Gestione di un punto di ristoro aperto anche al pubblico
  • Organizzazione frequente di eventi a pagamento aperti anche ai non soci

In questi casi, l’apertura della partita IVA ASD potrebbe essere necessaria già oggi, indipendentemente dalla proroga al 2026.

D’altra parte, anche dopo il 2026, non tutte le associazioni sportive dilettantistiche saranno obbligate ad aprire la partita IVA. Se la tua ASD si finanzia esclusivamente attraverso quote associative di base non legate a servizi specifici, donazioni liberali e contributi pubblici, potrai continuare a operare con il solo codice fiscale.

Per capire meglio, pensa a questi esempi concreti:

  1. Un piccolo circolo scacchistico che richiede solo una quota associativa annuale di 50€ e organizza tornei gratuiti per i soci potrà continuare a operare con il solo codice fiscale anche dopo il 2026.
  2. Una scuola di danza che, oltre alla quota associativa, richiede un pagamento mensile per la partecipazione ai corsi, dovrà invece dotarsi di partita IVA entro gennaio 2026, anche se queste attività sono rivolte esclusivamente ai soci.
  3. Una associazione sportiva dilettantistica di calcio che vende le divise ai propri atleti e riceve compensi per l’affissione di cartelloni pubblicitari al campo dovrebbe valutare l’apertura della partita IVA già oggi, in quanto svolge attività che hanno natura commerciale.

La mia raccomandazione è di non attendere l’ultimo momento per affrontare questo cambiamento. Iniziare a prepararsi con anticipo ti permetterà di adeguare gradualmente le procedure associative e di familiarizzare con i nuovi adempimenti, rendendo la transizione meno traumatica.

La procedura per l’apertura della partita IVA per un’associazione sportiva dilettantistica

Hai deciso di aprire la partita IVA per la tua associazione sportiva dilettantistica?

Il procedimento non è particolarmente complesso, ma richiede attenzione e una buona organizzazione.

Il primo passo è raccogliere tutti i documenti necessari. Avrai sicuramente bisogno dell’atto costitutivo e dello statuto dell’associazione, del certificato di attribuzione del codice fiscale e di un documento d’identità valido del legale rappresentante. È anche utile predisporre una delibera del Consiglio Direttivo che autorizza formalmente l’apertura della partita IVA, anche se non è strettamente obbligatoria.

Una volta raccolti tutti i documenti, dovrai presentare la domanda all’Agenzia delle Entrate utilizzando il modello AA7/10. Questo può essere fatto in diversi modi: direttamente a uno sportello dell’Agenzia, tramite PEC, per posta raccomandata o attraverso un intermediario abilitato come un commercialista. La scelta del canale dipende dalle tue preferenze e familiarità con gli strumenti digitali.

Se prevedi che la tua associazione sportiva dilettantistica avrà un volume d’affari limitato e svolgerà principalmente attività verso i propri associati, ti suggerirei di valutare l’adesione al regime forfetario previsto dalla Legge 398/1991. Questo regime, disponibile per le ASD con proventi commerciali non superiori a 400.000 euro annui, offre notevoli semplificazioni amministrative e un trattamento fiscale vantaggioso. Per aderirvi, dovrai inviare un’apposita comunicazione alla SIAE territorialmente competente prima dell’inizio dell’attività commerciale.

Dopo aver presentato la domanda, l’Agenzia delle Entrate assegnerà un numero di partita IVA alla tua associazione, che nella maggior parte dei casi coinciderà con il codice fiscale già in tuo possesso. Da quel momento, la tua associazione sportiva dilettantistica sarà ufficialmente parte del sistema IVA italiano.

Partita IVA ASD: i documenti necessari

Per completare con successo la procedura di apertura della partita IVA ASD, dovrai presentare alcuni documenti fondamentali che testimoniano l’identità e la struttura della tua associazione sportiva dilettantistica.

Il modello AA7/10 è il documento principale, una sorta di carta d’identità fiscale della tua associazione. In questo modulo dovrai indicare, tra le altre informazioni, i dati identificativi dell’associazione, la natura giuridica, il codice attività (ATECO) che meglio descrive la tua attività principale e la data di inizio dell’attività rilevante ai fini IVA.

Dovrai anche allegare l’atto costitutivo e lo statuto, che rappresentano le fondamenta della tua associazione sportiva dilettantistica. È importante che questi documenti siano conformi alla normativa vigente. In particolare, lo statuto deve contenere tutte le clausole richieste per le ASD, come l’assenza di fini di lucro, la democraticità della struttura, le norme sull’ordinamento interno e l’obbligo di devoluzione del patrimonio in caso di scioglimento. Se il tuo statuto è stato redatto molti anni fa, potrebbe essere necessario aggiornarlo prima di procedere con l’apertura della partita IVA.

Naturalmente, sarà necessario allegare anche il documento d’identità del legale rappresentante e il certificato di attribuzione del codice fiscale già in possesso dell’associazione.

Se intendi avvalerti del regime forfetario della Legge 398/1991, dovrai predisporre anche la comunicazione di adesione da inviare alla SIAE. Questa comunicazione, da redigere su carta intestata dell’associazione, deve contenere l’indicazione chiara della volontà di optare per tale regime, la data di inizio dell’attività commerciale e la firma del legale rappresentante.

Partita IVA associazione sportiva dilettantistica: adempimenti fiscali e scadenze

L’apertura della partita IVA comporta l’ingresso in un sistema di adempimenti fiscali periodici che, sebbene possa sembrare complesso a prima vista, diventa gestibile con un’organizzazione adeguata.

Dal 2026, anche le attività attualmente considerate istituzionali, come i corsi sportivi per i soci, dovranno essere documentate fiscalmente. Questo significa che dovrai emettere fatture elettroniche per le operazioni verso altri soggetti con partita IVA (come le sponsorizzazioni) e ricevute fiscali o scontrini per le operazioni verso consumatori finali (come le quote di partecipazione ai corsi).

Se opterai per il regime forfetario della Legge 398/1991, potrai beneficiare di significative semplificazioni. Non dovrai tenere i complessi registri IVA, ma solo un semplice prospetto riepilogativo mensile delle entrate commerciali. L’IVA da versare sarà determinata in modo forfetario (50% dell’IVA incassata per sponsorizzazioni e pubblicità, 33% per diritti TV, 50% per altre attività), senza necessità di calcoli analitici. Anche il reddito imponibile ai fini delle imposte dirette sarà calcolato applicando un coefficiente del 3% ai proventi commerciali, con un notevole risparmio fiscale.

Questo regime ti esonera anche dalla dichiarazione IVA annuale, semplificando ulteriormente gli adempimenti. Dovrai comunque presentare la dichiarazione dei redditi (modello ENC) entro il 30 novembre dell’anno successivo, versare trimestralmente l’IVA (se dovuta) e rispettare le scadenze relative a eventuali collaboratori (certificazioni uniche e modello 770).

Tutti i documenti fiscali, inclusi fatture, ricevute e dichiarazioni, dovranno essere conservati per almeno 5 anni (10 in caso di accertamenti in corso). Per le fatture elettroniche, sarà necessaria una conservazione digitale a norma di legge, che può essere effettuata tramite il servizio gratuito dell’Agenzia delle Entrate o attraverso software specifici.

Gli adempimenti successivi all’apertura della partita IVA per un’associazione sportiva dilettantistica

L’apertura della partita IVA segna l’inizio di un nuovo capitolo nella gestione della tua associazione sportiva dilettantistica, che richiederà alcuni adeguamenti organizzativi e procedurali.

Dovrai innanzitutto dotarti di un sistema per gestire la fatturazione elettronica e la documentazione fiscale. Sul mercato esistono numerose soluzioni software, dalle più semplici e gratuite alle più complete e strutturate, alcune specificamente progettate per le realtà associative. La scelta dipenderà dalle dimensioni e dalle esigenze specifiche della tua associazione, ma anche dal tuo livello di familiarità con gli strumenti digitali.

Un altro aspetto fondamentale sarà la corretta separazione contabile tra attività istituzionali, attività esenti e attività commerciali. Questa distinzione non è solo un requisito formale, ma uno strumento essenziale per mantenere le agevolazioni fiscali previste per le ASD. Dovrai implementare un piano dei conti che ti permetta di tracciare separatamente le diverse tipologie di entrate e uscite, e di ripartire le spese promiscue secondo criteri oggettivi.

Ti consiglio vivamente di aprire un conto corrente intestato all’associazione, se non l’hai già fatto. Questo ti permetterà di separare nettamente le finanze associative da quelle personali dei dirigenti, di tracciare tutti i movimenti e di semplificare la rendicontazione. Molte banche offrono conti specifici per associazioni, con condizioni agevolate e servizi dedicati.

Dovrai anche ripensare il modo in cui gestisci i collaboratori sportivi, alla luce delle novità introdotte dalla Riforma dello Sport. Potrai avvalerti di collaboratori con partita IVA propria, che emetteranno fattura all’associazione, o di collaboratori sportivi con contratto di collaborazione coordinata e continuativa, per i quali dovrai rispettare specifici obblighi di registrazione e contribuzione.

Per mantenere i vantaggi fiscali, sarà essenziale monitorare periodicamente il rispetto dei requisiti previsti, come il non superamento del limite di proventi commerciali per il regime 398/91 (400.000 euro) e la prevalenza dell’attività istituzionale su quella commerciale.

Nonostante questi nuovi adempimenti, l’apertura della partita IVA può rappresentare un’opportunità per professionalizzare la gestione della tua associazione sportiva dilettantistica e per accedere a significativi vantaggi fiscali, come le semplificazioni del regime forfetario 398/91, l’esenzione IVA per le prestazioni sportive dilettantistiche e la possibilità per i soci di detrarre le spese sportive dei figli.

Con una buona pianificazione e, se necessario, il supporto di un professionista nelle fasi iniziali, questo cambiamento può trasformarsi da obbligo burocratico in opportunità di crescita e consolidamento per la tua associazione sportiva dilettantistica.

Hai bisogno di supporto per aprire la partita IVA ASD?

Il processo di apertura della partita IVA per un’associazione sportiva dilettantistica può sembrare complesso, ma non devi affrontarlo da solo. ASC DANZA offre un servizio di consulenza specializzato per aiutarti in ogni fase di questo percorso.

Come può aiutarti ASC DANZA?

I nostri consulenti esperti possono:

  • Guidarti nella scelta del regime fiscale più vantaggioso per la tua realtà
  • Supportarti nella preparazione di tutta la documentazione necessaria
  • Assisterti nell’invio delle pratiche all’Agenzia delle Entrate
  • Consigliarti sui migliori strumenti per gestire gli adempimenti fiscali
  • Fornirti informazioni aggiornate sulla normativa in evoluzione

Affidarsi a professionisti del settore significa evitare errori costosi e garantire che la tua associazione rispetti tutti i requisiti di legge, mantenendo al contempo i benefici fiscali previsti per le ASD.

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